Chirurgia plastica, estetica e ricostruttiva
prof. schonauer

Correzione cicatrici

La cicatrizzazione è un fenomeno biologicamente complesso che si realizza attraverso fasi diverse. La maturazione è l’ultima di queste fasi e si protrae per molti mesi, talora per anni. Difatti se in un primo momento la cicatrice tende a peggiorare, diventando iperemica e lievemente rilevata, di solito nei primi 3 mesi, con il tempo tende a schiarirsi e a diventare più morbida ed elastica, simile alla cute circostante. È quindi evidente che il paziente dovrà attendere il tempo necessario per la stabilizzazione della cicatrice, prima di poterne osservare l’aspetto definitivo.
L’ evoluzione di una cicatrice e la sua visibilità finale, indipendentemente dall’ evento che ha causato la lesione (trauma o intervento chirurgico), sono aspetti non completamente controllabili e prevedibili. La qualità di una cicatrice dipende in misura molto maggiore dalle caratteristiche della pelle di ognuno che non dalle capacità del chirurgo o dall’ entità del trauma subito. Tra le variabili che possono influenzare l’ aspetto finale di una cicatrice, vanno comunque ricordati: la tensione sulla cicatrice, la dimensione e la profondità, il suo orientamento, lo spessore ed il colore della pelle, la presenza o meno di un’ adeguata circolazione ematica nella zona danneggiata. Nessuna cicatrice, con nessuna delle tecniche al momento disponibili, può essere rimossa completamente. Un chirurgo plastico di buona esperienza è in genere in grado di migliorare l’ aspetto delle lesioni, ma la valutazione del beneficio ottenibile spetta strettamente al paziente, sulla base del fastidio che viene soggettivamente avvertito. Per questo motivo è estremamente importante, prima della revisione chirurgica di una cicatrice, che il chirurgo sia perfettamente al corrente delle aspettative del paziente, ma soprattutto che il paziente abbia perfettamente compreso le possibilità ed i limiti delle tecniche che verranno impiegate. Tutte le cicatrici tendono a migliorare con il tempo, ed a diventare meno visibili. In alcuni casi, tuttavia, ci si trova di fronte a processi patologici che possono richiedere l’ intervento di un chirurgo plastico.
Tra i vari tipi di cicatrici che frequentemente richiedono l’intervento del chirurgo plastico riconosciamo:
• Cicatrici Ipertrofiche
• Cheloidi In aggiunta al trattamento steroideo, o se questo si mostra inadeguato, è possibile mantenere una compressione elastica sulle lesioni mediante l’applicazione di fogli di silicone morbido.

La rimozione chirurgica

La rimozione chirurgica di un cheloide è, a meno di casi particolari, sconsigliabile. Molto spesso queste lesioni si riformano subito dopo la rimozione, e raggiungono dimensioni superiori alle precedenti. Nei casi in cui sia assolutamente necessario, il trattamento chirurgico va comunque associato all' infiltrazione di steroidi.

I cheloidi

I cheloidi si presentano come lesioni rilevate e dure, che manifestano una spontanea tendenza a crescere superando i margini della cicatrice iniziale ed interessando i tessuti sani circostanti. Sono causati dalla produzione continuata di collageno anche dopo la completa guarigione della ferita, e, sebbene possano verificarsi ovunque sul corpo, sono più frequenti ai lobi delle orecchie, sullo sterno o sulle spalle. Le persone giovani e/o di pelle scura hanno una maggiore tendenza alla formazione di cheloidi. Il trattamento prevede normalmente l' infiltrazione delle lesioni con preparati steroidei, che agiscono eliminando il prurito causato da queste lesioni, e progressivamente riducono la dimensione del cheloide.

Le cicatrici ipertrofiche

Le cicatrici ipertrofiche vengono spesso confuse con i cheloidi poiché hanno anch' esse un aspetto rilevato ed indurito. Le cicatrici ipertrofiche, tuttavia, non hanno alcuna tendenza a crescere oltre i margini della lesione iniziale e spesso migliorano spontaneamente con il passare del tempo. Sono generalmente causate dalla guarigione della ferita in aree sottoposte a forte tensione oppure da processi di guarigione che si sono molto prolungati nel tempo (cosiddetta guarigione per seconda intenzione). Possono essere trattate con infiltrazione steroidea, soprattutto per l' eliminazione di sintomi come il prurito, o con la revisione chirurgica. Le cicatrici ipertrofiche conseguenti ad ustione cutanea presentano, nell' arco di venti anni o più, un rischio di degenerazione neoplastica ed andrebbero pertanto trattate chirurgicamente o quantomeno controllate ad intervalli periodici. Le lesioni conseguenti a grosse perdite di sostanza o poste sulla superficie flessoria degli arti guariscono con una cicatrice che tende, contraendosi, ad avvicinare i margini della ferita. Al termine del processo è possibile che i normali movimenti dei muscoli, dei tendini e delle articolazioni interessati siano limitati in maniera più o meno grave. Le tecniche di trattamento prevedono la rimozione della cicatrice retraente e la ricostruzione dell' area interessata per mezzo di lembi cutanei, innesti, o plastiche di vario tipo (come le plastiche a Z ). Soprattutto se la retrazione è stata presente per molto tempo, dopo il trattamento chirurgico può essere necessario sottoporsi a fisioterapia e riabilitazione. E' importante tenere presente che, dopo un intervento di revisione di una cicatrice per ragione estetiche, la lesione sarà spesso più evidente. Le cicatrici, difatti, presentano un aspetto fortemente arrossato per un periodo di almeno 3 mesi dopo l' intervento, e solo dopo sei mesi-un anno sarà possibile apprezzare il risultato definitivo. Per evitare il rischio di iperpigmentazione, durante i mesi successivi all' intervento sarà inoltre necessario utilizzare sempre un filtro solare a protezione totale.